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ALLA CARTA MAGAZINE N.24 SPRING-SUMMER 2024

Questo numero di Alla Carta è un blob, letteralmente “una massa caotica o casuale, un disordine”. In questo caso, una massa indefinita di immagini, apparentemente prive di rigore formale e di coerenza: gli articoli e le interviste, in tutta la loro densità, si susseguono oltre confini nebulosi.
Era il 1989 quando Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai 3 e i critici cinematografici Enrico Ghezzi e Marco Giusti crearono Blob, uno dei programmi televisivi più longevi della televisione italiana. Il programma si descrive così: “Venti minuti di televisione surrogata. La TV smontata, rimontata e messa a nudo dal montaggio per svelare ciò che il video e i suoi protagonisti quotidiani ci raccontano”.
Il risultato può effettivamente sembrare caotico, ma certamente non casuale. Blob sembra evocare la tecnica dell'appropriazione artistica, appropriandosi delle immagini della televisione italiana per dare loro nuova vita e significato. Tutto il contrario di un disastro. Con un approccio simile al riuso, Blob riutilizza materiali già 'consumati' - quiz televisivi, telegiornali, focus - e li riassembla in un frenetico collage che rivela le incoerenze, le assurdità e le contraddizioni della società italiana e non solo, il tutto con una certa ironia.
In più di 30 anni di programmazione, la miscela 'caotica' di immagini di Blob ha, al contrario, fornito uno spaccato molto dettagliato dell'evoluzione sociale e, più in generale, di come la rappresentiamo. Questo numero di Alla Carta si muove sul sottile confine tra caos e calma, disordine visivo e voglia di lanciare un messaggio attento e attuale.


No. 24, dall'editore.

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