A MAGAZINE HS - CURATED BY 2000/2004-2025

Speciale di A Magazine: curated by 2000/2004-2025 
Dall'editore: Avviata da Walter Van Beirendock, A Magazine Curated By potrebbe essere considerata la pubblicazione più intima che un designer abbia la possibilità di creare: è di un designer per la sua comunità di amanti della cultura, ovvero la moda. Avviata nel 2000 inizialmente come N°A, B, C, D ed E Magazines prima di essere rilanciata nel 2004 con il nostro attuale titolo, A Magazine Curated By, questa pubblicazione è stata un veicolo per le visioni dei designer. Attraverso le nostre pagine, aiutiamo i designer ad amplificare le loro voci, guidando le loro narrazioni creative.
Invece di guardare agli archivi passati, abbiamo immaginato questa edizione speciale con la cornice di "una rivista" e il significato di questa parola, come una raccolta di idee e immagini ma con una lente contemporanea, qualcosa che sembra allo stesso tempo senza tempo ma attuale. I nostri curatori-designer hanno affrontato le loro pagine come farebbero con una collezione di moda, attraverso i loro occhi e le loro prospettive. Alcuni hanno guardato al loro stesso numero per trarre ispirazione, come Martin Margiela, Delfina Delettrez e Martine Sitbon, rispondendo ora al loro lavoro precedente. Alcuni hanno scelto di commissionare ai fotografi di realizzare storie per espandere le narrazioni che hanno nei loro numeri come Yohji Yamamoto, Erdem Moralioglu, Glenn Martens, Olivier Theyskens, Peter Do, Kris Van Assche. Molti, da quando hanno realizzato il loro numero, hanno ampliato la loro pratica artistica dalla moda pura per guardare ad altre forme di creazione, come l'arte di Jun Takahashi e Hussein Chalayan, Francesco Risso che hanno scelto di mostrare le loro opere d'arte e la loro espressione creativa in questo numero. Altri hanno scelto di realizzare nuove opere d'arte come Lucie e Luke Meier e Proenza Schouler, o hanno scelto di usare queste pagine come mondi diaristici come Haider Ackermann, Bernhard Willhelm, Giambattista Valli e Pierpaolo Piccioli. Ai designer è stato anche chiesto di reinterpretare l'iconica "A" o la lettera del loro numero.